Nella pittoresca valle del Serrapotamo, ai piedi del maestoso Parco Nazionale del Pollino, si cela una storia culinaria unica che parla di ingegno, comunità e riappropriazione delle radici. È qui, nella provincia di Potenza, che il Presidio Slow Food ha presentato l’ultimo tesoro gastronomico della regione: il mischiglio, un mix di cereali e legumi che da secoli è alla base dei tradizionali rascatielli.
Nell’epoca dei Borboni, quando la farina di grano era un bene prezioso e scarseggiava, i contadini lucani si sono trovati a mescolare ciò che avevano a disposizione – fave, ceci e altri legumi – con il poco grano rimasto. Così è nato il mischiglio, una risposta creativa alle privazioni che è diventata nel tempo una preziosa eredità culinaria per la comunità locale.
Secondo Anita Ferrari, referente Slow Food del Presidio del mischiglio, questa storia di necessità si è trasformata in una memoria collettiva, un valore condiviso che continua a narrare la storia di una terra e delle sue genti. Sebbene derivi da un periodo di privazioni, il mischiglio non è affatto una farina povera: al contrario, è ricco di sostanze nutrienti ed energetiche, ideale per sostenere chi lavorava duro nei campi.
La produzione del mischiglio coinvolge diverse località della Basilicata, ognuna con la propria ricetta tradizionale. Da Chiaromonte a Teana, da Fardella a Calvera, la preparazione varia, utilizzando una combinazione unica di grano e legumi. Tuttavia, ciò che accomuna tutte le varianti è la sua destinazione finale: i rascatielli. Questi deliziosi gnocchi fatti a mano vengono tipicamente conditi con una salsa di pomodoro, aglio e basilico, nota localmente come “scind scind”, e talvolta arricchiti con peperoni cruschi a scaglie, creando un piatto sostanzioso e appagante.
Ma il mischiglio non è solo una storia di cucina: è anche un’opportunità per sostenere l’economia locale e preservare le tradizioni. Attraverso il Presidio Slow Food, cinque coltivatori, due mulini e tre pastifici lavorano insieme per garantire la qualità e la continuità della produzione. Questo impegno verso una filiera chiusa e locale si traduce in una piccola ma significativa storia di economia sostenibile e resiliente.
La presidente del Parco Nazionale del Pollino, Valentina Viola, ha sottolineato l’importanza del Presidio Slow Food del mischiglio come strumento per valorizzare le biodiversità locali e coinvolgere attivamente le comunità nei processi di tutela e promozione del territorio. Grazie al sostegno del Parco Nazionale del Pollino e al finanziamento del Programma Operativo Nazionale Cultura e Sviluppo, il mischiglio è stato inserito nel Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA), contribuendo così a diffondere e valorizzare questa preziosa eredità culinaria.
In un’epoca in cui le tradizioni rischiano di andare perdute, il mischiglio rappresenta un esempio luminoso di come il passato possa essere rivisitato e reinventato per affrontare le sfide del presente, preservando al contempo l’identità e la cultura di una comunitÃ
Per ulteriori informazioni: Il mischiglio
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